13 aprile 2012

01:56
Piangerai.
Piangerai e ti sembrerà di non poter smettere.
Non vorrai smettere e più lo farai, più avrai bisogno di farlo.
Ci saranno momenti in cui piangere ti sembrerà l'unica cosa sensata, e le persone intorno a te che non sapranno capire perderanno importanza fino a dissolversi.
Ti dispererai, ti scoraggerai e, un giorno, cadrai.

Cadrai e ti sembrerà di non poterti rialzare.
Non vorrai rialzarti e più starai a terra, più avrai bisogno di restare nella polvere, miserabile.
Ci saranno momenti in cui non saprai neanche immaginare la forza necessaria per rialzarti e ti sembrerà che nessuno voglia veramente aiutarti a farlo.
Resterai lì, pregando di sparire, poi un giorno ti alzerai e scapperai.

Inizierai a correre allontanandoti da tutto e tutti.
Scapperai così lontano che ti dimenticherai da dove vieni e le persone che conosci ti sembreranno meno che ricordi, fantasmi.

Tutto questo è accaduto, accade e accadrà fino a che un giorno, mentre starai piangendo, ti verrà in mente qualcosa di buffo e, inspiegabilmente, ti metterai a ridere.

Ti verrà voglia di guardare vecchie foto e passerai ore a piangere, ridere, poi piangere ancora e ancora ridere.
Viaggerai con la mente e tornerai in posti dai quali ti tenevi a distanza perché erano troppo dolorosi, avrai fame di ricordi e li custodirai come tesori.
E ogni volta che piangerai, riderai un pochino, e ogni volta che riderai, piangerai un pochino.

Si, perché quel giorno capirai che il dolore, seppur vivo come quel maledetto mercoledì, non sarà mai più grande della vita e dell'ostinazione che dimostriamo restandoci attaccati tenacemente.

Fino a quel giorno, ogni volta che piangerai ti consolerò, ogni volta che cadrai ti aiuterò a rialzarti, ogni volta che scapperai ti verrò a cercare.

Te lo prometto.