28 febbraio 2006

15:51
Riesumo un titolo usato nelle mie prime bloggate.

Mi ha fatto piacere sentire di un ritorno alle origini, così di punto in bianco per capire, capire, capire e ancora capire. Siamo in due a dannarci, chi più chi meno ma siamo comunque in due (e un coro di poveri spettatori)... mal comune mezzo gaudio si dice in questi casi.

Vediamo di far sparire questo mal comune e rendere tutto un gran gaudio allora.
 

27 febbraio 2006

14:26
come stai? Tutto bene? No dai, non lo voglio sapere, meglio di no.

Ti rimpiango.
Rimpiango quei momenti di cui non ho il minimo controllo, dove un muro è un muro e tale rimane. Dove se abbassi la guardia un attimo e ricevi un attacco chiudi subito la partita vincendo set, game e tutte ste cazzate tennistiche che non ho mai seguito e quindi voluto capire.

Un po' li rimpiango.
 

26 febbraio 2006

00:51
Tic...

... tac.

Qualcosa si è innescato, credo. Finalmente o purtroppo non so ancora dirlo, vedremo.

Sabato sera/notte.
Casa, camera mia, letto. Ora sedia. Non sono uscito, ho passato tutta la giornata nel mio letto a leggere, leggere e leggere, cercando di distrarmi il più possibile. Ho scelto il libro giusto per farlo cazzo, manco l'avessi fatto apposta a comprarlo venerdì, beh quel libro distrae molto bene, anche troppo.

Tutto il giorno a letto non perché devo recuperare ore di sonno, cosa che dovrei fare tra l'altro, ma perché banalmente non stavo bene. Un sabato stupendo sostituito da una merda di giornata. Per fortuna avevo il libro. Se torno indietro di 7 giorni sul blog che vedo? Un post che rifarei in questo momento.

Ieri si è laureato franz con un bel 106, GG. Da oggi sarà una persona più stupida perché un iBook gli farà compagnia per molto tempo. Io sono un convinto sostenitore del fatto che una persona che utilizzi un desktop o un portatile mac diventi stupido. La prova è che se sento al telefono un cliente che mi pare un deficiente con molta probabilità ha una mela sulla tastiera e non una finestra. Questa nicchia di gente del cazzo che si ostina ad usare un prodotto che la gente normale non usa e prentende di essere aiutata su quella merda bianca perché sono troppo stupidi per imparare ad usarlo deve crepare. Sì, senza virgole.

Comunque è stato molto bello e divertente, tutti felici e contenti in quest'allegra giornata. Anche la sera prometteva bene.

Col cazzo.

Non prevedo il futuro ma sapevo già da un un po' di giorni come sarebbe andata a finire, infatti aprii subito le danze. Sono un coglione per vari motivi perché non avevo la sicurezza di nulla e nonostante tutto presi le mie belle decisioni. Se qualcosa fosse andato nella maniera corretta oggi forse starei peggio di come sto ora.

Ironico quindi il fatto che è meglio che sia andato tutto per il peggio. E ciò non va bene, perché se la guardo nel breve periodo è solo colpa mia. Lol, colpa mia. Non è possibile.

Qualcosa però si è innescato, esso è già nato da un po' e ora è al lavoro, chino sul suo tavolo con la lampada accesa lavora senza sosta per prepararsi ad uscire, è solo questione di tempo e poi lo farà, a meno che il suo peggior nemico non si faccia avanti prima di lui.

A questo punto spero che ci metta tanto a prepararsi.
 

24 febbraio 2006

02:41
bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene malebene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male bene male
 

23 febbraio 2006

13:11
Comincia a farsi sentire, ogni tanto bussa... a volte invece tira certe legne che fanno un male cane.

Vuole uscire. Con tutta la sua forza, con tutta la sua potenza lui vuole uscire e fare piazza pulita di tutto questo.

Senza guardare in faccia a nessuno. Senza stare a pensare il bene o il male che potrebbe fare, senza considerare i motivi per cui sarebbe sbagliato agire in questa maniera. Uscirebbe solo per la situazione palesemente stronza in cui si trova, in cui è stato costretto ad esserci, a sopportare un peso che non gli appartiene. A dirla tutta lui nasce a causa di questo peso, nasce e vuole svolgere il suo compito.

Un colpo solo, ben assestato può cambiare le cose (in peggio al 99%, l'1% è per i fortunelli che amano rischiare, io non amo rischiare e tanto meno sono fortunello). Cambiare e ripulire. Sì inizialmente potrebbe fare male, l'onda d'urto che provocherebbe uscendo non solo colpirebbe il bersaglio ma anche il "tiratore", però tutto passa come sempre.

Il punto ora è: chi colpirà chi? Chi sarà il bersaglio? Chi sarà il tiratore scelto?

3 bersagli
2 tiratori
1 colpo a testa


... e non si torna indietro... forse.

... e avete lo stesso segno
 

02:05

Dimmi
 

22 febbraio 2006

14:46
Mi sento al centro di un incrocio, ci sono un po' di strade che l'attraversano ma senza nessuna indicazione. Non so dove andare, non so che cosa fare.

Un bel casino del cazzo.

Timori e paure arrivano in picchiata, qualcosa si innesca e la testa comincia a pensare. Come sarà oggi? Si ripone tutto nel solito cassetto, chiudendo un occhio (anche 2) per l'ennesima volta e lasciandolo alle spalle o quel cassetto lo apriamo, guardiamo cosa contiene e tiriamo le somme?

Eh sì, le somme vanno tirate prima o poi e questa è una di quelle occasioni per farlo. Che fare quindi?

"Fare o non fare. Non c'è provare." diceva Yoda. Io dico che è ora di fare.
Era nell'aria. L'ennesima conferma è arrivata, una conferma poco piacevole e si sentiva, eccome se si sentiva. Capire è stato capito... non erano parole mie.
 

00:00
Number of beast... fratto 3.

Ho sempre odiato il numero 2. Forse l'avevo già scritto in qualche post vecchio, non ricordo sinceramente. La forma di questo numero mi fa schifo, alimentato anche dal fatto che ero il secondo in ordine alfabetico e una prof trovava sempre il modo di farmi qualche interrogazione: questo numero, vuoi per il giorno, vuoi per il mese, vuoi per salcazzo cosa era sempre tra la palle.

Un segno dici? Probabile. Sì, potrei giocare con la storia dei segni e alimentare tutta questa situazione dicendo che non può essere una casualità tutto ciò, MA UN SEGNO CHE NON VA IGNORATO.
Sinceramente perferisco guardare la realtà dei fatti.

La realtà è una sola: non è sempre ":)".

E' tutto un insieme di :) :) :) e di :( :( :( bisogna "solo" stare attenti a quando i :( diventano di più dei :). In quel momento bisogna tirare un freno, fermarsi e riflettere un po'. Riflettere se ne vale la pena affrontare tutti i momenti tristi che accompagno quelli belli (e non più viceversa) o se è meglio prendere un bel respiro, raggruppare tutta questa tristezza in un unico dolore e tirargli un bel calcio nel culo. Può far male inizialmente ma via il dente, via il dolore.

E' sicuramente la scelta migliore e lo penso sia come esterno alla faccenda, sia come quello che effettivamente sono, che esterno non lo è e mai lo sarà.

Che poi si sà che quella scelta difficile da fare può essere anche l'inizio di tanti nuovi ":)".
 

21 febbraio 2006

02:19
Una sigaretta.

Non faceva neppure tanto freddo.

Silenzio. Un cane che abbaia. Non passa neppure un'automobile.

Brutto tempo, il cielo è nuovoloso e Lei non si vede. Non Lei, un'altra Lei, non la sua controparte. Spesso guardo il cielo e la cerco, si confonde con mille altre luci ferme, pochissime (a volte nessuna) in movimento.

La si riconosce subito, o almeno credo di riconoscerla, è diversa, è ovviamente più bella.

E' come un gabbiano che vola, ha la stesso simbolo, hanno lo stesso simbolo.

E' un segno, non credi?
 

20 febbraio 2006

10:19
Immagina la vita come una sbarra e tu appeso ad essa.
Una sbarra come quella che c'è in un parco giochi dove ci si appende e ci si lascia dondolare. E' divertende dondolarsi.

Immagina che il dondorlarsi è il normale trascorrere della giornata. Dondolarsi è semplice ma monotono, normale e da poche soddisfazioni. Allora bisogna tirare su il corpo e sollevarsi su quella sbarra per rendere il tutto più bello.

Alcune volte è semplicissimo, il corpo è leggero come una piuma e andare lassù è facile. Altre volte invece è incredibilmente faticoso, il corpo pesante non riesce a tirarsi su o forse lo fa solo di pochi centimetri: è talmente difficile che quasi non riesce neppure più a stare appesi, quasi viene voglia di lasciarsi andare ma si cadrebbe inevitabilmente a terra facendosi ovviamente male. Rialzarsi poi per rimettersi a dondolare è sempre un problema.

Oggi dondolo, complice il lunedì, e faccio fatica a tirarmi su.
 

00:34
Tantissimi momenti, più o meno importanti entrano ed escono nella (mia) vita, ma ce ne sono due in particolare che hanno il potere di sbattermi agli antipodi di uno rispetto all'altro.

Dall'inferno al paradiso, dal caldo al freddo, dall':) all':(, dal bello al brutto e dal brutto al bello, su e giù, destra e sinistra... e così via.

Sarebbe banale concludere dicendo che vorrei fermarmi sul bello eh?

Già

Allora voglio essere banale.
 

18 febbraio 2006

18:40
Ma non dovrei esserci.

Dovrei essere seduto, con il rumore del treno sulle rotaie di sottofondo al sottofondo della musica delle mie orecchie, con attorno delle persone che parlano fra di loro del più e del meno, di stronzate o di cose interessanti.

Dovrei avere un sorrisino stampato in faccia, con gli occhi un po' assonnati e anche un po' stanchino, ma felice di esserlo.

Dovrei essere seduto a pensare. La mia mente lontana dal mio corpo, ricordare momenti, ricordare profumi.

Invece sono qua

E tu dove sei?
 

17:22
... che non ho ovviamente fatto io ma l'ho preso da qua e il logo beh manco quello, c'ho solo tirato 2 bestemmie dietro ma la penna è una foto di franz e mi ha dato una mano a farlo perché stavo per sfasciare sto... vabbè fanculo è venuto bene e son contento.

Ora salvo 2 immagini e creo il moto perpetuo del blog \o/

 

17 febbraio 2006

09:33
Ta ta ta ta ta ta ta, è sicuro che ta ta ta ta ta ta!

Già, come una mitragliata. Una stupenda mitragliata.

Ta ta ta ta ta ta! Ancora ta ta ta ta ta.

ta
 

16 febbraio 2006

13:22
Ecco uno dei soliti momenti del cazzo dove ho bisogno di far andare le dita sulla tastiera ma ahimè non ho nulla in mente da scrivere... anzi per la precisione ce l'avrei qualcosa da scrivere ma non ho voglia di stare a pensare come crittografare/metaforizzare (che magari manco esiste 'sto termine) il tutto.

Domenica mentre me la magnavo al messicano con franz si è discusso dello scrivere. Secondo lui è molto più bello farlo nel modo classico con carta e penna. Io no. Forse per pigrizia, per comodità nel correggere un errore, perché scrivo male ma male male eh e forse perché semplicemente mi piace scrivere su una tastiera.

Mi vengono in mente i primi anni delle superiori, le lezioni di trattamente testi [ex steno] dove la nostra sbavante [nel senso che sbavava] professoressa ci iniziava "all'arte" dello scrivere sulla tastiera con un programma del paleolitico chiamato "Neon" (già qua apro una parantesi ricordando mino e Giucas che da nerdini andavano a prendere i file già fatti e li stampavano. Una cazzata a pensarci ma per un n00b del pc è fantastico tutto ciò). Dove ero rimasto?

Tovaglietta tovaglietta

Panico fu il giorno in cui la prof decise di metterci una tovaglietta squallida sulle mani per evitare che guardassimo la tastiera, ovviamente ce ne sbattevamo il cazzo ma fu abbastanza traumatico... comunque sia non avrei imparato un cazzo così. Il destino volle che quello stesso anno (il primo delle superiori) mio padre decise di comprare un pc nuovo: un fanfastico Pentium 75!!!11 con 16 MB di RAM e Windows 95 (altri dettagli non li ricordo, tranne il monitor da 17" che a distanza di 11 anni è ancora in camera mia, NERF!!!).

Il pc rientrò a far parte della mia vita, era da anni che non ne avevo uno e boh non ne sentivo stranamente la mancanza. Da quel giorno tutto cambiò, la mia vita senza pc sarebbe stata come una vita senza cazzo per Rocco. Non mi misi mai a fare il nerd a imparare cose difficili (non ne avevo voglia una volta come non ce l'ho ora), giocavo come un coglione (come ora) ma notai che mi piaceva perderci tempo in stronzate inutili. Esempio: tra leggere un libro e selezionare le icone io preferivo la seconda opzione. Eh sì...

Tutto questo per dire cosa? Che scrivere sulla tastiera me piace, è BBBUONO (come l'acqua SugGGGGgggeiva), adoro battere sti tastini a cannone e lasciarsi andare, prendere i pensieri e sbatterli qua sopra appena arrivano, cosa che con la penna non riuscirei a fare perché i pensieri corrono e non riuscire a stargli dietro e anche se riuscissi molto probabilmente non riuscirei a rileggere quanto scritto a causa dell'addizione "zampa di gallina" + "velocità" = "schifo".

Mi piace scrivere.

Ti piace distrarti...
 

15 febbraio 2006

09:34
No, non è un problema di connettività o almeno non la classica connettività come ADSL o et similia.

Di fronte a quella distesa di acqua gelida presi la decisione più semplice: attraversare il tutto ma con una barca. Perché fare il doppio della fatica aggirando inutilmente il problema o peggio ancora tuffarcisi dentro? Meglio passarci sopra e osservare in quasi tranquillità il movimento delle acque mentre si rema.

Facile

Col cazzo.

Facile un par de palle. Sono un po' masochista, insomma so che l'acqua è fredda, gelida, però che faccio? Ci immergo un braccio. Non un dito eh, un braccio intero...

brr... freddo

Ora remare è più difficile, arrivare fino l'altra parte porterà via più tempo del previsto, quando semplicemente potevo remare fino in fondo e bastava semplicemente farmi un pelo di cazzi di miei.
 

14 febbraio 2006

03:27
 

13 febbraio 2006

11:06
Davanti a me acqua, una distesa enorme d'acqua fredda. Gelida.
Mi spaventa da morire e so che dovrò farla tutta a nuoto.

Non sono un buon nuotatore e soprattutto odio il freddo, il pensiero di dover fare questa traversata mi terrorizza ma dovrò farla per forza di cose, non ho scampo... è così e basta.

O sono io che voglio che sia così

Effettivamente potrei aggirare il problema, con una bella passeggiata, fischiettando qualche motivetto senza guardare minimamente quel fluido malefico, ma mi conosco troppo bene, preferirò tuffarmi, congelare, soffrire e incazzarmi per aver fatto questa stupida azione.

Ma è così tristemente bello congelare in quelle fredde acque
 

12 febbraio 2006

14:05
Mi sento in alcuni momenti. Ieri sera era uno di quelli. Già, nella serata dei cambiamenti non poteva che esserci un tremito nella Forza, un'incrinatura nella difesa che con fatica metto in piedi... una piacevole incrinatura.

Stupidamente stupido perché devo sempre pensare male, fare la vittima, immaginare chissà quali complotti... semplicemente pensare, nel modo sbagliato. E lo faccio anche ora, verso altre cose ma lo faccio, so di sbagliare ma è come toccare una ferita aperta, continuare a stuzzicarla e ancora e ancora e ancora.

Stupidamente stupido

Quindi ora si prosegue, con un po' più di senno magari.
 

13:48
O arrivederci? Spero la prima sinceramente.

Ieri era una giornata normale che prevedeva un sabato sera "in transferta" in provincia di Milano, non mi ricordo neppure la zona. Soliamente quando ci muoviamo per andare a sentire gli A Letter for Sally fuori Vares ci dobbiamo perdere.

Così non è stato

Eravamo in autostrada, dovevamo uscire a Cusano (credo eh, non mi ricordo proprio... facciamo finta che sia Cusano e via). Su uno di quei cartelloni elettrici tutto d'un trato leggiamo "Incidente all'uscita di Cusano". Classico, La ringraziamo. Ci avviciniamo al punto e...

... stupore

L'uscita era alla nostra destra e pochi metri dopo c'era l'incidente. Non ci potevo credere, avevamo scampato la coda. Cosa più incredibile è stato trovare anche il posto! Senza tanti problemi siamo arrivati in quella zona orribile, imboccando strade di cui non vedendo la via non eravamo neppure tanto sicuri fossero giuste.

Che abbia trovato altri con cui divertirsi la Nostra, spero ex, Signora?
 

10 febbraio 2006

14:01
Venerdì. Scudo attivo e una giornata di sole: buon'umore per forza di cose... Un bel :) ci sta proprio.

Ma...

:( così per tutto il resto.

Leparolechenontihodetto cambiano forma, si intristiscono, diventano più cupe, più cattive quasi. Le dita che le scrivono sono più nervose, più tese. Un po' di tensione c'è sempre stata sinceramente, tuffi strani ma ora è diverso.

Sono totalmente spiazzato

Sarà che è venerdì o forse perché una delle soluzioni, che ieri era ad un palmo di naso, mi ha fatto aprire un po' gli occhi, credo... forse... forse... forse ho capito o comunque sto capendo. Ci voleva.

Ci voleva? Ma lo vuoi?

Effettivamente no. Non so se è solo una coincidenza o è stato deciso così, un colpo mirato o meno, non lo so ma forse dovrei ringraziare per questo... dico forse perché non ne sono molto sicuro neppure io. Forse mi serviva questo e l'unico stronzo che non capiva ero io, forse invece la situazione è più triste di quello che appaia e non saperlo mi spiazza. Ma saperlo rimetterebbe in moto eventi che non riesco a gestire.

Forse forse forse... e la mia mente va a cercare i peggio complotti che manco la CIA e l'MI6 cagherebbero fuori.

Ironico il fatto che la Fortezza della Solitudine, che con difficoltà volevo crearmi e che abbattevo nel giro di qualche secondo, mi si sia rivoltata contro.
 

09 febbraio 2006

21:11
Era lì la soluzione o una delle possibili soluzioni ma non sono riuscito a coglierla. Come sempre del resto.

Non imparerò mai, neanche in situazioni simili.
 

00:44
Il mio secondo lavoro dura più di 8 ore
Il mio secondo lavoro non distingue giorni feriali da giorni festivi
Il mio secondo lavoro non ha soste, solo quando si dorme... forse
Il mio secondo lavoro non ha ferie
Il mio secondo lavoro al momento è poco retribuito
Il mio secondo lavoro è più mentale che fisico
Il mio secondo lavoro vorrei diventasse il primo
 

08 febbraio 2006

01:56
Gran canzone.
 

00:55
Sono un po' così... intontito dalla noia e da qualche bicchiere di Montenegro mi accingo a scrivere su queste pagine.

Già, sto passando uno di quei periodi già descritti in passato: cerco di far scivolare via le giornate in attesa di qualcosa che fatica ad arrivare. In questi momenti andrebbe bene un qualsiasi cosa tanto per uscire dalla monotonia ma è abbastanza ovvio che una situazione in particolare sarebbe più gradita di altre.

Una sigaretta in questo momento calzerebbe a pennello, il freddo però frena molto il dover alzare il culo per fumarsene una ma credo che dopo questo Arathi mi toccherà congelarmi un po' i piedi. Farò passare 5 minuti e mi gusterò una bella pajuzza, unirò l'utile al dilettevole anche se per pochi miseri minuti.

Una sigaretta

Non faceva così tanto freddo dopo tutto. Freddo come quella barriera di ghiaccio che non riesco ad erigere se non per poco tempo.

E il titolo? Già il titolo, mi viene difficile scrivere quello che pensavo quando ho scritto il titolo. Moralità. Che peso darle?
 

07 febbraio 2006

16:43
*
 

00:10
Undici passate.
Dalle undici a mezzanotte c'è l'incognita, sempre, sempre, sempre. Allora mi rifugio qua nel mio blogghettino e vomito parole, leparolechenontihodetto non bastano. Non oggi.

Stable. La gente parla in ts ma cerco di ignorare le voci, non ho la testa di giocare stasera ma non ho neppure il coraggio di stare da solo in camera mia a non fare nulla: i film non aiutano, alcuni magari ma farebbero effetto contrario.

Allora non mi rimane altro che questo spazio bianco da riempire con i primi pensieri che mi floddano la testa, tap tap tap tap tap tap.
Che sto facendo? E' tutto giusto? E' un momento passeggero? E' la via?
Voglio fumare, non so niente, cerco di non pensare, pensare è brutto e pensare fa male, ipotesi cattive cattivissime maligne e malvagie danzano attorno alla mia testa come un anello di Saturno.

Allora so che devo erigere una nuova fortezza della solitudine, fredda che più fredda non si può che mi aiuti a capire il mondo esterno guardandolo con occhi diversi.
 

06 febbraio 2006

16:23
La risata continua...

Lunedì. Atroce lunedì: mi chiedo in una fortezza della solitudine e cerco di evitare il contatto con la gente intorno a me. Ssarebbe molto facile se non lavorassi a contatto con i clienti ma la cosa triste è che oggi loro sono quelli che mi urtano meno. In realtà nessuno mi sta dando fastidio oggi ma è una di quelle giornata in cui non voglio dire una parola che non sia strettamente necessaria. Il lavoro è necessario, quindi non mi da problemi più del solito.

Luendì del cazzo seguito da un weekend normale... o quasi. Sicuramente diverso dalla diversità che mi ero preposto, ma diverso dalla normalità dei weekend che passo normalmente.

Venerdì. Sera.
Britz. Chiacchere. Le solite. Qualche risata, qualche stupidata, si beve qualcosa. Esco perché sì.

Sabato.
Una veloce passeggiata al mattino (mattino parola grossa, era quasi la una). Quelle poche volte che mi capita di uscire il sabato mattina mi mangio i coglioni perché non lo faccio più spesso, peccato che ho troppo sonno per farlo; probabilmente la rarità dell'evento rende la cosa più piacevole. Il pomeriggio passato a ciocare con amici vicini e lontani, uscita pomeridiana di rito. La sera quel barlume differenza fa capolino in "città": amici vicini si ritrovano con gli amici lontani. E' sempre un piacere.

Domenica. Che giornata del cazzo, in generale intendo... ma pure ieri. La domenica è rappresentata dai gradini che portano al patibolo ovvero il lunedì. Una giornata passata a guardare film. Tre film in teoria, diventati poi due e mezzo. A pensarci bene uno e mezzo soltanto. Sull'ultimo ha vinto il sonno e la noia (grazie a dio non è uscito a Varese, gg Vares per una volta), del secondo al cinema ho seguito bene poco, sono stato sovrappensiero per tutta la durata e Munich dura tanto. La leggenda del pianista sull'oceano invece me lo sono goduto tranquillamente a casa. Uno e mezzo quindi.

Un normale weekend.

Allora che cazzo c'entra la Sua risata? C'entra, come sempre.
Doveva essere in parte differente ma imprevisti hanno reso normale la normalità e scopro oggi che la normalità poteva essere diversa. Troppo tardi però.

Lunedì. Rovinato probabilmente dall'unico spazio nell'arco delle 24 ore che non viene mai violato. Questa volta è stato diverso: una breccia nei sogni. Una breccia che ha contribuito sensibilmente a mettere in moto pensieri difficili da gestire. Ancora una volta si pone di fronte a me una scacchiera con pedoni di cristallo che mi obbliga a mosse da fare con delicatezza per non distruggere tutto.
 

15:18
Come quando ero piccolo e guardavo le verdurine schifose che la mia cara mamma metteva nel mio piatto. Che fatica mandarle giù... un po' come adesso ad essere sinceri.

Prendo spunti da altri blog: è "strano/piacevole" trovare gente navigare in acque simili alle proprie (mal comune mezzo gaudio si dice).

Mi sento come ad un ristorante, totalmente da solo. Ho ordinato da un pezzo e mi è stato portato solo un contorno con verdure assortite: alcune decenti, altre veramente schifose.

Tutto d'un tratto vedo il cameriere con in mano un piatto. E' in fondo alla stanza, fermo immobile con lo sguardo perso nel vuoto.
Mi guardo attorno, sono l'unico presente in sala.
"Che cazzo fa? Cammina dai, son qua, sono l'unico, sono da solo."
Immobile, impassibile.

Allora capisco che il problema non è quel personaggio fermo come una statua, il problema sono io che non mi alzo da quel tavolo e vado prendere il piatto.
 

10:15
Facciamo anche 5 e se volessimo esagerare pure 10.
10 su 4320... è pochissimo, impercettibile quasi, un numero minuscolo, non ci vuole nulla a dedicargli tempo.

Se poi vogliamo analizzare bene quel numero, l'importanza che potrebbe avere, il tempo da dedicargli potrebbe essere anche piacevole... ma forse mi sbaglio. Non capisco.

Magari è Lei che agisce (mica tanto) nell'ombra a scombussolare un po' tutto, d'altronde mi conosce bene e sa che mi piace prendere la testa e sbatterla su ogni spigolo che mi capiti a tiro.

Boh, navigo in acque torbide.
 

03 febbraio 2006

15:41
Dopo anni e anni e anni e anni di lavoro ho partorito la teoria dello scudo, una teoria di cui vado molto fiero.

Cos'è lo scudo?
E' una aura invisibile e intangibile che protegge il povero lavoratore dagli spaccamenti di cazzo dell'ultimo giorno di lavoro prima del weekend, quindi il venerdì. Con lo scudo attivo lavorare è più divertente perché tanto chissenefrega di quello che succede, di quello che ti dicono, tanto domani è sabato. :)
Purtroppo però funziona solo per chi ha un lavoro routinico, diciamo il classico "da lunedì a venerdì dalle ore alle ore".

Come funziona?
Lo scudo si ricarica durante la settimana lavorativa da lunedì a giovedì compreso, in base alle rotture di coglioni che si presentano: più rotture di coglioni = più lo scudo risplenderà di luce [invisibile] propria.
Di conseguenza se la settimana lavorativa sarà tranquilla non ci sarà bisogno di uno scudo potente che renderà il venerdì felice e allegro, in quanto non si è incazzati neri con il mondo intero; se invece si passeranno 4 giorni di merda pura lo scudo sarà carico e pronto per sopportare le atrocità del venerdì stampandovi un sorrisino ebete :) in faccia per tutta la giornata. Tanto domani è sabato. :)
Un difetto dello scudo è quindi che per svolgere il suo lavoro deve essere caricato da incazzature, infatti uno scudo attivato tipo di mercoledì o giovedì, magari a causa di ferie, perde efficacia in quanto non è stato adeguatamente ricaricato.

E quando è attivo?
E' incredibile, una potenza devastante. Già lo svegliarsi il venerdì mattina è fantastico, la sveglia squilla ma lo scudo rende il suono più gradevole. Si arriva in ufficio già con lo stupido sorriso del "tantodomanièsabato :)" ed ecco le prime rotture di coglioni! No problem, lo scudo protegge: si possono sentire gli spaccamenti di palle rimbalzare sull'aura e cadere a terra inermi... una gioia indefinibile.

May the Shield be with you.
 

02 febbraio 2006

16:33
... le parolechenonhodetto arrivano probabilmente a destinazione. O almeno spero. Indirettamente comunque questa volta... che poi rispetto alle volte passate è già qualcosa visto che rimangono chiuse improgionate fra 2 mondi della stessa galassia, uno di piacere e uno di dovere, tranne alcune linee che meritano di prendere aria. Buona aria.

E' tutto molto cripto lo so e non sto parlando del cane dell'azzurrone con le mutante rosse.

Ehi, che c'è?

Una fortezza della solitudine intorno, una protezione, un isolamento, una barriera per i 2.

Che è successo?

Poche ore, buio e luce si alternano una sola volta ma c'è una grande discrepanza tra il primo e il secondo momento.

E mentre scrivo...

Sembra quasi che torni la normalità.