13 aprile 2007

19:21

Due righe, o forse tre, giusto per aggiungere qualcosa a quello che ho sentito ieri in chiesa e per tutte quelle persone che, come me, non riescono a trovare troppa consolazione nel disegno divino che ci viene presentato.

Si perché è facile dire che sei sempre e comunque in mezzo a noi, che non ti abbiamo perso, che non dobbiamo essere tristi perché tu ora stai meglio di un anno e un giorno fa, è facile metterti in bocca le ultime parole di papa Giovanni Paolo II, è troppo facile, ed a me le cose facili stanno un po’ sul cazzo…

Io so che un giorno ti rivedrò così come ti ho lasciato (cioè, a voler esser pignoli sei tu che mi hai lasciato…), so che sei sempre con me perché ti sento sempre con me, so che sto facendo la cosa giusta anche se mi costa molto di più di quel che do a vedere, ma non mi basta.
Sarò un bambino capriccioso, ma non mi basta…

Sai, il momento più brutto dell’ultimo anno non è stato il giorno dell’incidente, né il mio primo compleanno senza il tuo “Auguri Testa di Cazzo”,ma è stato il momento in cui ho iniziato a sentire la tua mancanza, quella delle idiozie giornaliere, degli scleri su msn quando al lavoro non se ne può più, delle ore davanti al pc a “buttare il tempo dietro a quei giochini”, la mancanza dell’aperitivo del sabato sera all’Orchidea, delle serate inutili e insipide, del “Dimmi” con cui rispondevi al telefono, della tua camminata da perfetto idiota, la mancanza del tuo pessimo senso estetico, di quando litigavamo, dello stare ore a parlare senza dire niente ma risolvendo tutti i problemi del mondo, la mancanza del “noi 3”…

E non c’è nulla da fare, non c’è consolazione per questa crisi d’astinenza.
Posso uscire con gli amici, ridere e scherzare, ma quando sono in macchina, tornando a casa da solo, mi giro verso il sedile del passeggero e mi sembra di vederti lì, un po’ gobbo, che fai facce da pirla perché ti sei accorto che ti sto guardando.

Mi manchi, cazzo, mi manchi davvero.