30 novembre 2005

11:19
Che bella storia del cazzo che ne verrebbe fuori con un titolo simile.
Oggi affrontare qualsiasi cosa è veramente difficile, quasi impossibile con la testa che occupata per forza di cose da pensieri che non riesco e manco voglio scacciare.

Mi sembra di essere dietro un vetro spessissimo, urlo con tutte le forze ma dall'altra parte nulla cambia. Vorrei fare di più, ma non posso e allora sto li seduto a fissare il vetro in attesa. Non voglio abbadonare la stanza, preferisco stare li e riprendere ad urlare appena ritrovo le forze anche se magari non porta a nulla, anche se mi fa male.

Ehi guardami, sono qui... guardami, son senza voce. Mi agito con tutte le forze ma niente da fare. Mi volto e vedo la porta, una via di uscita che conosco fin troppo bene e che odio; questa stanza nonostante tutto continuo masochisticamente a preferirla.
 

03:48
Ho finito il credito sul cellulare.
Per la prima volta in 7 anni che ho il numero ho esaurito il credito è pazzesco, non capivo che fosse successo, la batteria era carica ma non chiamava un cazzo di nulla e che scopro? Zero euro...
Mai successo.

E' c'è da spenderci un post per questa stronzata? Beh sì, io sono maniaco di queste cose: mai rimanere senza sigarette, senza un determinato taglio di soldi, con l'Ipod scarico, con il cellulare scarico e senza soldi. MAI. Ora però è successo e ne sono stranamente felice.
 

29 novembre 2005

12:08
Manco fosse un leggendario, needo assolutamente.
Needo perché se si potesse si sarebbero già consumati un po' di pixel in basso a destra. Come ora...
Needo perché ormai sto in finestra ed è allucinante quanti doppio click faccia al di fuori di essa.
... e ora...
Needo perché la parte che non vuole fare mai nessuno la faccio volentieri io.
Needo perché è nel dormire l'unico momento in cui sono "schermato" ma, come lo shield del pala, dura un pochetto perché dormo solo qualche oretta.
... e ora...
Needo perché ho in testa solo un colore, il blu visto che è il mio preferito.
Needo perché ogni associazione che faccia ha lo stesso risultato.
... e ora...
... e ora...
Needo perché non esistono distrazioni per una piacevole distrazione.
Needo perché needo...
... e ora...
 

28 novembre 2005

16:42
Odio attraversare questi momenti, ma fan parte della vita.
Sono li di fronte a me come una porta al termine di un corridio con un tappettino con scritto "Welcome" per terra, come per sfottere. Non ho scampo, devo attraversare la soglia perché non ho altre vie di fuga: tornare indietro non si può, fermarsi neppure...

Vivere per niente è quella situazione di pesante routine che non porta nulla, che mi fa andare a letto sapendo che il giorno dopo sarà uguale a quello appena vissuto che scomparirà con il chiudersi degli occhi prima di addormentarsi. Quei giorni clonati la cui unica differenza è il numero che gli è stato assegnato, in cui però vige la speranza di un qualcosa di diverso all'orizzonte ma che sembra non comparire.

A volte mi accontento di futilità per dare un senso a questi giorni inutili, ma non sempre funziona, non sempre basta e mi serve di più. Allora mi accingo a percorrere ancora una volta la strada del periodo inutile in cui sono immerso, sporgendomi dalle piccole finestre che qualche volta spuntano sul mio cammino rendendo il percorso meno difficoltoso.
 

01:28
Non è fredda come quella originale ma camera mia si può definire così in questo momento. Se potessi addormentarmi e poter decidere di svegliarmi fra un 6 mesetti lo farei più che volentieri, se potessi accellerare il tempo mi farebbe comunque comodo. Invece sono schiacciato dai pensieri e dai timori: cerco di autoconvicermi che una cosa che mi sono sforzato di farmi piacere fino ad oggi vada ancora bene, ma so che non è così, e in più di non farmi schiacciare da una sofferenza che non voglio evitare per tutto l'oro del mondo, perché so che porterà ad un domani migliore.

Nel primo caso l'accidia non aiuta, come sempre del resto ovviamente, e non fa che peggiorare la situazione che prima o poi dovrà cambiare, sta solo nel trovare i maroni nel farlo. Anzi temo sia solo questione di palle e mi nascondo dietro la scusa della pigrizia per l'ennesima volta. Ho paura di dover confrontarmi finalmente con me stesso e dover ammettere quello che ho sempre saputo: il nulla, il niente.

Il secondo caso è il solito di cui non posso fare a meno. Autoconvinzione anche qui? Forse, ma credo sia qualcosa di più. Comunque sia mi alterna momenti di sconforto ma almeno cerco di prenderla nel verso di un cambiamento in meglio e non nel mio solito modo che tanto so che non porta a nulla.

Una fortezze della solitudine intorno a me, ma almeno l'originale aveva dentro Superman.
 

24 novembre 2005

14:42
Questo è uno di quei momenti dove non ho nulla di particolare da scrivere ma vorrei riempire di parole questo posto un po' per tranquillizzarmi e un po' per fare ordine dei pensieri che mi rotolano nella testa.
Ho sempre una parte di me che non capisce il perché di un'attesa che mi logora se mi fermo a rifletterci su per un po', ma poi prevale il rosso che mi prende per mano e mi tira fuori dalle paranoie con cui mi circondo e mi fa stare molto meglio, molto meglio...

Colpa mia perché sono fatto così, "non sono cattiva, è che mi disegnano così" diceva Jessica Rabbit. Non parlo di cattiveria ora ma di pigrizia, una comoda dannazione che mi porterò nella tomba. E anche sta volta ci sono cascato: un po' il sospetto mi era venuto eh, ma non credevo di esserci caduto un'altra volta in questo maledetto errore, che posso rimediare facendo cosa? Nulla, aspettando, aspettando e solo ahimè aspettando.

Ed ora ho bisogno delle "pillole" di conforto che vado a cercare in questi momenti che mi fanno stare meglio senza però risolvere la situazione. Perché ho paura della soluzione.
 

23 novembre 2005

11:16
Ne sono bastate solo due per avvolgermi in una calda coperta in questo freddissimo giorno di Novembre; forse le ho solo immaginate, un bisbiglio trasformato in qualcosa che voglio veramente sentire.
Non riesco a ignorare ciò che sta occupando totalmente la mia testa, ma non devo comunque farmi illusioni su scherzi che i miei pensieri possono giocarmi. Scherzi piacevoli ma pericolosi.
 

17 novembre 2005

14:10
Dopo 24 anni di vita ho cominciato ad ascoltare la musica, fino adesso le ho sempre e solo sentite. Nei miei limiti ovviamente visto che l'inglese non è il mio forte e faccio una fatica tremenda a comprendere un testo parlato/cantato.

"Too much love will kill you" dei Queen è stata il trampolino di lancio.

E mi fermo qua @#!!$%. Avevo un po' di cose da scrivere sul blog ma ora c'ho i coglioni stragirati, più che cristi e madonne non ho in testa e quindi non riesco a concentrarmi.
 

14 novembre 2005

16:45
Non so cosa fare anche se ormai ho agito. Non so se le scelte fatte siano giuste o sbagliate: una parte di me sa che sto commettendo un errore ma l'altra è convinta che se non mi comportassi così farei un danno ancora più grosso.

La mancanza di piccole cose [almeno all'apparenza] si fa sentire con prepotenza, cerco di attaccarmi a questo come posso, ma sento che qualcosa è cambiato: la strada è sempre più ripida, il punto di arrivo si allontana fino a diventare un pixel minuscolo in lontanza e il fiato comincia a mancare. Non mollo, non ne ho intenzione ma forse dovrei.

Neppure scrivere mi aiuta, cosa che in passato mi è già servito per schiarirmi un po' le idee, ora invece mi sento come una mosca che cerca di uscire da una casa, continuando a cozzare su di un vetro senza venire a capo di nulla; ma ormai la scelta l'ho fatta, devo solo cercare di non affatticarmi troppo in questo tragitto ma evitare anche strade troppo facili che mi facciano deviare dal percorso che ho stabilito.

Se solo riuscissi ad avere una visione più chiara della situazione eviterei le solite paranoie e il continuare a pensare che logora e basta. Chissà quanto resisterò prima di deviare dal tragitto pericoloso.
 

12 novembre 2005

04:38
Lei vince sempre: in ogni situazione, in ogni momento. A volte penso che si sia levata dai coglioni, momenti di pura illusione che lasciano il tempo per respirare, ma Lei è li che osserva e aspetta il momento migliore per attaccare e lasciarti totalmente inerme, sfinito e stanco.

Stanco delle Sue continue attenzioni che nessuno ha mai richiesto, piccole e insignificanti attenzioni che studiate con lucidità e bilanciate con il proprio stile di vita diventano enormi riguardi verso di te.

E la compensazione? Quando arriverà? Non esiste compensazione o forse è solo un traguardo lontanissimo, ma chi cazzo se ne frega del futuro, si vive adesso e non domani, è ADESSO in questo fottuto momento che voglio la compensazione.

Queste inutili parole non solo vogliono essere un sfogo ma una richiesta verso l'Ignoto di terminare questo focus che ha anche un po' rotto i coglioni.

Fatto stà che Lei ha vinto anche questa volta e io spero che sia stata l'ultima battaglia affrontata.

Basta, pls.
 

09 novembre 2005

03:33
Per fortuna non solo WoW è capace di tenermi incollato allo schermo fino a quest'ora.

Me ne rallegro e vado a letto con un sorriso.
 

08 novembre 2005

14:17
In una visione pessimistica del futuro dove le cose prenderebbero una piega più piegata e piegosa di ora, se potessi scegliere sarei indecido tra indifferenza e sofferenza.

Normalmente uno preferirebbe l'indifferenza, te ne sbatti, stai bene con te stesso sarebbe sicuramente la scelta migliore... ma io no, mi scoccia dirlo perché so già che arriveranno i commenti franzosi e merkenosi :asd:, ma preferirei probabilmente la seconda ipotesi, perché la prima mi lascierebbe un vuoto che non voglio avere. E' un po' un controsenso a pensarci bene: se fossi indifferente del vuoto me ne sbatterei in fin dei conti, quindi di che mi preoccupo? Non lo so, qualcosa dentro di me percorrerebbe la seconda strada.

E ora un test di resistenza, vediamo se ce la fo.

Per ultimo, ma non meno importante, volevo ringraziare un amico che con poche parole ha reso la giornata più piacevole del solito. Grazie.
 

07 novembre 2005

19:20
Premessa.
L'esperienza in California è stata positiva e mi ha lasciato molte cose, tra di questa una che stupidamente durante il viaggio ho preso dal verso sbagliato e solo al ritorno me ne sono pentito amaramente: il brogliaccio.
Lì sopra ognuno dei partecipanti doveva scrivere almeno una pagina al giorno delle cose che gli frullavano il testa, relative al viaggio ma anche no.
Annotavamo tutto su un oggetto che mi ha affascinato molto, un moleskine che sono andato a comprare settimana scorsa, che utilizzerò (come descritto nel post "5 minuti") nei momenti in cui non sono davanti ad una tastiera e le parole che ho in testa, a mio avviso, meriterebbero di più che sparire fra altri mille pensieri.

Questo è il primo (di una lunga serie spero) post che fu scritto con una vera matita.

Distrazioni pericolose

Una volta secondo me non c'erano, ora invece viviamo in un'epoca dove vi sono fin troppe distrazioni che sembrano avere una certa importanza ma sulla lunga distanza sono futili, magari divertenti, ma futili stronzate.

Pensiero banale e me ne rendo conto ma ci sono arrivato, il punto ora è: coltiverò questo pensiero o ignorerò il tutto come faccio spesso?
Vale la pena impegnarsi per qualcosa di incerto del proprio futuro ma dal probabile risultato positivo creando un domani migliore?


L'ho scritto proprio maluccio, ma senza il backspace non è la stessa cosa.
Dovevo accentuare il "qualcosa di incerto", così non rende l'idea.

Da lavorarci su e dare più attenzione al progetto.
 

14:23
La figura qua a fianco, che secondo me è muiiiii carina, esplica benissimo quello che provo ora, o meglio lo stato in cui sono: uno stato di attesa. Attesa di qualcosa che spero avvenga presto, ORA... ma più vado avanti meno ci credo che succeda.

Le settimane sembrano salite e discese. Da lunedì fino al weekend è tutto verso il basso per poi essere sparati in alto fino a toccare il cielo e poi di nuovo giù nel baratro. Quanto resisterò con questi cambi di altitudine?

Riuscirò a non ricadere nel baratro? E' sbagliato che combatta per questo? Non ce la faccio a guardare questo sali e scendi senza intervenire ogni volta, ma forse sono troppo moderato per dare una reale svolta alla situazione.

Un'altra cosa a cui penso è questo blog. Un inutile facciata che mi serve per riflettere e sfogarmi, ma che vorrei diventasse qualcosa di più: una finestra da cui sbirciarci dentro. E' li, con le tende aperte, però gli occhi che dovrebbero osservare cosa c'è dietro tutto ciò sembrano non rivelarsi mai o forse sono io che non colgo l'attimo in cui lo fanno.

Che sia tutto il frutto di paranoie inutili? Penso e ripenso ma non trovo la via di fuga.
 

03 novembre 2005

14:12
Più che nera grigia è la nebbia che ho attorno. Cerco di alzare la testa e vedere cosa c'è oltre quello che mi avvolge; nero è quello che scorgo oltre, ancora peggio della situazione precedente.

Un vero peccato scoprire che nulla è cambiato sul nuovo piano. Anzi, qua in alto l'aria è ancora più soffocante e la tentazione di tornare al piano di sotto è enorme. Qualcosa è li davanti a me, sembra vivo, mi guarda, mi osserva ma non batte ciglio. Io parlo, o almeno credo perché sembra che le mie parole vadano nel vuoto più totale. Pare un sogno, un incubo, ma non lo è.

Nonostante qualcosa mi dica di tornare giù dove tutto sembra più tranquillo, sono convinto che ci sia ancora qualcosa qua in alto, una flebile luce di cui voglio convincermi che sia qualcosa di più. Non voglio tornare indietro.

L'ottimismo è la via? Speriamo.
 

13:19
 

02 novembre 2005

13:26
E mi fermo qua, o salta fuori il solito post monotono dei dubbi bla bla, che 2 coglioni non posso scrivere sempre le stesse cose. Mi basta un promemoria: i dubbi sono ancora presenti, gli angoli bui che non riesco a schiarire ci sono e punti interrogativi, che rimbalzano sulla testa come un martello che picchia sullo stesso chiodo, eccoli lì. Mi basti, oggi non ho la testa abbastanza grande per contenere altre paranoie.

Cambiamo totalmente discorso: 2 novembre, se fossi a scuola oggi la mia prof di diritto mi avrebbe interrogato, è matematico. In ordine alfabetico ero sempre il numero 2 e l'egregia prof interrogava spesso in base al "che giorno è oggi?", il 2 cazzo. E se non era il 2 arrivarci a questo numero era molto semplice eh... "che mese è oggi?", novembre=11: 1+1? 2. Evviva, insomma "forse" un po' ce l'aveva con me perché non facevo un cazzo, fatto sta che mi porto dietro questo "terrore" del che giorno è da troppo tempo, lego le piccole sfighelle quotidiane a questa cosa.
Oggi confermo che è una giornata di merda.

Domani è il 3, il mio numero preferito, chissà perché. Mi pare anche una stronzata avere il numero preferito ma boh è così. Sicuramente odio il 2, ma non per il motivo spiegato sopra [oddio anche], ma perché sì, lo è sempre stato. Boh vammi a capire. Comunque, domani è il 3, numero preferito, giornata un po' più decente spero.

Mi fermo a rileggere e son felice di aver scritto una marea di stronzate senza filo logico, il punto è che non so cosa scrivere... anzi, lo so benissimo cosa scrivere ma ci giro intorno, lo evito, lo schivo, dodge, parry, miss, PIM, PIM, staffata, OMG IMBALANCED ME!

...

... ma dove voglio andare?